ITALIANA: la mostra che narra la storia e il mito del Made in Italy

Un viaggio nella moda italiana profondo, critico, appassionato, attento, complesso, difficile e a tratti struggente, ma anche affamato di scoperte da rinnovare e sorprendente, potente rivelatore di punti di vista innanzitutto necessari: necessari a chi?
A tutti noi: agli italiani che sono parte integrante di quel patrimonio unico al mondo che 
è la moda italiana, nella sua pregiata percezione di Made in Italy, ma non solo.
Questo viaggio ha la forma di una mostra, che non 
è soltanto un evento da contemplare allinterno di uno spazio istituzionale, ma è soprattutto un percorso da vivere con lintelletto pronto a godersi lesperienza di infilarsi dentro un mosaico intricato, dove ogni tessera è un frammento fondamentale e formidabile dellunicità della nostra cultura italica rispecchiata e riplasmata dalla moda, tra la principale fetta di passato che le ha dato origine, il presente in cui ancora vive e il futuro in cui è costantemente proiettata. 

La mostra sintitola ITALIANALItalia vista dalla moda 1971-2001: ha aperto le sue porte a Palazzo Reale lo scorso 22 febbraio e le terrà aperte fino al 6 maggio 2018. 

ITALIANA, come accennato, è ben più di una mostra, è un avvenimento di grande importanza per la nostra coscienza e conoscenza, che tra le stanze di Palazzo Reale allestisce per la prima volta il racconto completo di quella grande stagione in cui la moda italiana divenne Made in Italy: un universo-sistema dove la creatività fluisce tra i protagonisti della moda che per la prima volta divengono stilisti, in dialogo aperto con i grandi designer e  gli artisti, i fotografi che quella moda lhanno interpretata e narrata nei loro servizi, le aziende che nella moda hanno creduto fino a far sì che le idee visionarie divenissero prodotti deccellenza accessibili a tutti. 

Un progetto così pregiato e ambizioso non poteva che essere responsabilità, iniziativa e frutto del gesto curatoriale appassionato di due personalità fondamentali: Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi. 

La prima domanda nasce spontanea: perché questa mostra?
Nel saggio bellissimo 
La Bellezza Utile, scritto a quattro mani dai due curatori, che accompagna la presentazione, ci sono tutte le risposte: affrontare questo progetto per noi ha significato rispondere prima di tutto allurgenza di riconoscere e definire, anche solo parzialmente, la moda italiana nei trentanni in cui si è imposta internazionalmente; ma soprattutto ha significato compiere la scelta consapevole, e forse simultaneamente incosciente, di osare unazione fortemente radicata nel presente ma che possa diventare un manifesto per il futuro.
Perch
é, se ci siamo dati il compito di individuare dei tratti definitori della moda italiana di quel trentennio, allo stesso tempo abbiamo provato a raccontarla nel modo più articolato e polifonico possibile, in relazione e confronto anche con il design e larte, così da poter ripristinare quel territorio comune di dialogo in cui la moda da sempre agisce in risposta alle sollecitazioni più diverse.” Il trentennio in questione parte, appunto, con la scelta del 1971: lanno dellapertura, in cui Walter Albini scelse Milano per far sfilare la sua collezione, un gesto che spalancò le porte al prêt-à-porter italiano.
Fino al 2001: l
anno simbolico della chiusura, intesa come era di transizione tra due secoli, quando la moda italiana si trasforma in fenomeno globale mentre il sistema internazionale è messo in crisi dallattentato dell11 settembre.

La seconda domanda giunge altrettanto spontanea: come?
Il percorso di ITALIANA si articola in nove stanze ribattezzate con titoli che fissano l
attenzione sul tema narrato lì dentro, senza alcuna intenzione agiografica legata ad una linea del tempo, bensì con lintento di ricostruire il caleidoscopio di voci, visioni, forme, azioni e sistemi che compongono la sinergia di moda e cultura italiana di quei 30 anni, lasciando agire insieme capi dabbigliamento e creazioni di design, visioni dartisti e fotografie iconiche: Identità, Democrazia, In forma di logo, Diorama, Project Room, Bazar, Postpro- duzione, Glocal, LItalia degli oggetti.

La terza domanda è un invito spontaneo: ITALIANA. LItalia vista dalla moda 1971-2001 è unoccasione unica per celebrare il mito del nostro Made in Italy conoscendolo nella sua natura profonda, bellissima e corale.
Viaggiamoci dentro tutti! 

Post your thoughts