La collezione Au Jour Le Jour a/i 2017-18 è una favola: letteralmente!

“C’era una volta …” e c’è ancora: quella voglia sottile e avvolgente che sin dall’infanzia ci segue in un angolino della memoria, quell’appagamento dolce che ci abbraccia come un tepore nel momento in cui alle nostre orecchie giunge il racconto di una storia. O, meglio ancora: di una favola!

Quell’impasto perfetto di fantasia e verità, quelle parole infilate alla perfezione una dietro l’altra con una maestria saggia che risale a tempi che sfumano affascinanti in ere mitologiche, ma che tutt’ora sa come giocare con la nostra immaginazione.
Ecco, pensate ora che a raccontarvi una favola sia una collezione di moda: una breve ed intensa carrellata di creazioni nata da un duo che dell’arte di accalappiare il gusto con la narrazione è davvero un esempio di bravura: Au Jour Le Jour a/i 2017!

Son pressoché certa che il successo lodevole che ammanta il lavoro stilistico di Au Jour Le Jour faccia sì che la maggioranza conosca l’anima, anzi le anime di questo giovane eppur saldo marchio orgogliosamente e rigorosamente, pardon il campanilismo che sorge immediato ed entusiasta, italiano: ovvero Mirko Fontana e Diego Marquez.
Un sodalizio nato per intuizione appassionata una manciata di anni fa: un’accoppiata di visioni creative con i piedi ben radicati nella concretezza e con la creatività rivolta ad un mondo giocoso nelle tinte e nei decori, ma pur sempre serissimo nella qualità eccellente della materia e della sua lavorazione.

Giorno per giorno, come il titolo del brand insegna, hanno conquistato applausi e guardaroba con la leggerezza dell’ironia divertita, con storie narrate in forma di  stampe iconiche e coup de théâtre cromatici, ed ora … voilà: si tramutano in veri cantastorie e portano in passerella le favole di Esopo, brevi ma intense avventure con un cuore di saggezza che non conosce età.
E che suonano all’incirca così: “Una volpe affamata vide dei grappoli d’uva che pendevano da un pergolato, e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì. “Robaccia acerba!” disse allora tra sé e sé; e se ne andò. Così, anche fra gli uomini, c’è chi, non riuscendo per incapacità a raggiungere il suo intento, ne dà la colpa alle circostanze.”

E da quelle righe senza tempo la volpe tramuta il suo sguardo scaltro in un’applicazione che sembra quasi un’illustrazione, posta su una spalla velata di chiffon lieve e cosparso di punti luce cangianti di un mini-abito candido e lezioso sulla cui altra spalla sta appesa e ricamata l’uva tanto agognata.
E così, come un refrain favolistico, e favoloso allo stesso tempo, ça va sans dire, compaiono anche il lupo e l’agnello tra i pizzi e le trasparenze sognanti di un altro abitini baby-doll, che par quasi sprigionare un profumo di romanticismo che prosegue tra ruches, balze e ricami, e pian piano attraversa jacquard floreali matelassé dalle tinte lucenti,  esplode nel fucsia di un dress-coat e poi lascia spazio al casual di classe e ironia dei pantaloni ampi accoppiati ad una giacca diversamente maculata, scivola nella confortevolezza leisure-wear di completi pijama a bande eleganti, e poi riprende forza nei dettagli floreali all’uncinetto sparsi sui pull e sugli abiti, fino a rinvigorire del tutto e assai divertito nelle stole di piume ed eco-pellicce teddy bear tinte di verde o di rosa baby.

E dato che questa fanciulla protagonista della favola riscritta da Au Jour Le Jour è una vera principessa, non può mancarle un compagno altrettanto favoloso: anche lui di maculato rivisitato vestito, persino in salopette di denim o comodo nell’ampio completo a bande in stile pijama; anche proposto nell’eleganza del velluto a coste grosse ma pur sempre con quel tipico guizzo ludico e spensierato.

Or dunque: “c’era una volta nel bosco della sofisticatezza lieve e del diletto sartoriale firmato Au Jour Le Jour … “

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