La donna del futuro, per la s/s 2019 di Ermanno Scervino

Retrò Futuristico è la combinazione perfetta per descrivere questa sfilata.

Il colore di apertura è il bianco che, in qualsiasi suo contesto, dona alle donne che lo indossano quel candore e quella purezza che da sempre appartengono al genere femminile.
Le influenze sono molteplici.
Sono sapientemente stati utilizzati vecchi e nuovi codici stilistici con influenze provenienti da varie parti del mondo oltre che della storia stessa, conferendo a questa collezione un sapore delicatamente retrò volto a disegnare la donna del futuro.
Il fil rouge è proprio la donna, quella donna che alienatasi alla frenesia quotidiana cerca la libertà.
Un po’ come in quei film dove vediamo le protagoniste abbandonare la città preferendo paesini sperduti, dove i telefoni non prendono e dove la vita scorre lenta e semplice.
Tutto questo conferisce alle protagoniste nuove energie rendendole pronte a ripartire più agguerrite di prima.

Questa è la storia che mi ha raccontato questa sfilata.
La storia di una donna contemporanea, un’imprenditrice del futuro, una figura forte e a volte rigida che si fa strada in un mondo di uomini vestendo i loro stessi panni, ma che mantiene comunque un lato sentimentale, etereo.
La donna di città che dopo aver dato tanto decide di concedersi una pausa, di ritemprarsi.
Processo che avviene mediante il contatto con la natura, con il mondo rurale per non dire equestre.
Con un mondo leggero e fluido un po’ come le sottovesti che abbiamo visto sfilare in passerella.
Un mondo divertente ed eccentrico descritto da quegli abitini in chiave charleston.

A sostegno di questa mia tesi appaiono infatti colori che rimandano alla terra, all’acqua, ad un mondo di pace e colori più metallizzati che rappresentano in un certo qual modo le luci di una notte stellata.
Infine torna alla sua quotidianità come una donna diversa, influenzata dalla sua recente esperienza. Esperienza che le ha conferito nuova vita, nuovo vigore. Nuovi stimoli.
Tutto questo racconto traspare dall’uso così sapiente dei colori e dei tagli sartoriali.

Trench e cappotti in pelle double, lavorata come morbida seta, laminati e sfoderati.
Giacche sartoriali dai volumi over, maschili.
L’accostamento di colori e materiali contrastanti segna un’ispirazione rock che si compenetra con pizzi, rouches e lavorazioni per un daywear total white di mini abiti e iconiche sottovesti. Stampe grafiche bianche e nere per abiti in crêpe de Chine e piumini over. Tessuti jacquard oro sovratinti per abiti, giacche e pantaloni. Canvas, macramè e maglieria effetto bagnato. Rouches all’uncinetto delineano la silhouette degli abiti da sera in gazar o organza, stretti da cinture che segnano il punto vita. Cinture di cristalli e specchi, gomma spalmata, canvas o pelle taglio a vivo. Cuissard chiusi da piercing, sandali squadrati o mocassini mannish.

Il tutto si fonde e armonizza nella sartorialità di Ermanno Scervino, raccontando una storia moderna che ha radici profonde.
Che trova origine nel passato, in quelle donne forti e iconiche che hanno reso la figura femminile quel che è oggi.

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